curiosità stroriche padovane  1°

PADOVANI CELEBRI: CERCHIAMO DI NON DIMENTICARLI
(di Gianadolfo Trivellato)

 Nei giorni scorsi, per celebrare il centenario della nascita del Comitato Olimpico nazionale, la Rai ha trasmesso in diretta un’edizione storico-rievocativa dell’evento, chiamando all’appello e premiando i maggiori atleti italiani. Non poteva mancare un commosso ricordo di Pietro Mennea, e non potevano mancare sul palco atleti come Tomba “la bomba” o Sara Simeoni. Per la stessa ragione non poteva mancare la primatista e plurivincitrice di medaglie d’oro del nuoto Federica Pellegrini, presentatasi davanti alle telecamere fasciata in un  lungo vestito azzurro con tanto di spacco laterale “ose’”, da richiamare per la circostanza più l’immagine di una star che non di una campionessa.

Nell’occasione il presentatore della serata ha chiesto un doveroso applauso per un’altra campionessa di nuoto presente tra il pubblico, la padovana Novella Calligaris: e senza essere accusato di gratuito campanilismo, io credo che la Novella avrebbe meritato una maggiore comparsa. Brava e senza dubbio eccezionale la Federica per le sue imprese, ma andava ricordato che la padovana, tutt’altro che possente nel fisico, quasi da apparire perfino gracile e per nulla simile ad una amazzone, fu la prima nuotatrice italiana a sconfiggere e mettere in riga le poderose americane e russe!

Così, oltre che farmi rivivere con emozione le imprese della Novella, la cerimonia romana mi ha riportato alla memoria luoghi e personaggi della Vecchia Padova, non tutti legati al mondo dello sport. Luoghi e personaggi oggi quasi del tutto dimenticati e che dovrebbero invece essere riportati alla ribalta non soltanto per una questione di nostalgia, quanto perché depositari di una tradizione e di virtù che ancora oggi possono essere di esempio in un mondo che, camminando sempre più in fretta, diventa anche,  giorno dopo giorno, più egoistico ed estraneo ai grandi valori.

Relativamente allo sport la celebrazione del centenario del Coni avrebbe potuto essere l’occasione, in chiave padovana, per “riverniciare” la memoria di un ambiente dalle grandi tradizioni, il mitico bar-caffetteria Missaglia, in pieno centro storico, all’incrocio tra via Santa Lucia e via Stefano Breda, aperto nei lontani anni trenta. Un bar che prima di tutto, come mi ricorda giustamente Carlo Missaglia, era punto di riferimento per chi amava il calcio, una palestra di incontri e discussioni e non solamente di pronostici legati al Totocalcio. Eravamo ancora negli anni cinquanta e la televisione muoveva i suoi primi passi in bianco e nero, ed era privilegio per pochi. Basti pensare che un apparecchio tv costava l’equivalente di un milione di vecchie lire di allora! Il bar Missaglia, gestito da Bepi, Piero ed Orione, fu uno dei primi luoghi pubblici a dotarsi di una tv. Oltretutto la domenica pomeriggio sulle vetrine del locale venivano affisse delle locandine con i risultati della schedina: non dimentichiamo che a quei tempi si giocava a calcio solamente la domenica, dalla serie A alla...Terza Categoria!

Per seguire le maggiori vicende pedatorie ti affidavi in prevalenza alla radio che, sempre la domenica pomeriggio, trasmetteva in diretta il secondo tempo di una partita della massima  serie, al termine del quale venivano offerti i risulati delle altre partite. E il commentatore era un’altro mitico personaggio, il radiocronista Niccolò’ Carosio che, pur bravo ed esperto, ti raccontava le partite a modo suo, tanto da essere diventati celebri a suo tempo taluni commenti, come l’urlo del gol, corretto poco dopo nel “quasi gol”, oppure quando nel trasmettere la radiocronaca di una partita con la nazionale in Irlanda, il buon Carosio, preso da travolgente impeto patriottistico,  urlo’ a squarciagola “stanno picchiando i nostri giocatori!”. In verità a picchiar duro sulle altrui gambe e a cercare la rissa erano in prevalenza gli azzurri, tanto e’ vero che nei giorni successivi uno dei nostri subi’ dalla federazione internazionale una lunga squalifica.

Torno comunque al bar Missaglia che, come ho già detto prima, non era soltanto palestra di intenti e discussioni sportive, ma anche luogo di incontri di grandi personaggi delle nostra tradizione e della nostra cultura. Al suo interno vi potevi incontrare Agostino Contarello, commediografo e scrittore con numerose opere di successo, tra cui forse la più rinomata e rappresentata e’ l’opera dal titolo “lo sciopero del vescovo”; oppure vi potevi incontrare Tito Bignozzi, grande vignettista, scomparso nel 2007 alla bella età di 97 anni! Piu’ che vignette le sue erano vere e proprie locandine di grande successo, e non soltanto di carattere sportivo ma anche celebri come papiri di laurea. Talmente di successo i suoi satirici disegni che negli anni novanta un centinaio furono raccolti in una pubblicazione andata subito a ruba, tanto da risultare oggi pressoché introvabile. Oppure da Missaglia potevi incontrare Dino Durante , umorista dialettale conosciuto anche a livello nazionale come promotore e sostenitore delle tradizioni venete. Lavorò e strinse amicizie con nomi come Giovanni Guareschi, Giovanni Mosca, Indro Montanelli, Mario Rigoni Stern, il regista Ermanno Olmi, e ancora con Ottavia Piccolo, Lino Toffolo e molti altri. Proprio in collaborazione con Bepi Missaglia e Sandro Zanotto, Durante ideò e pubblicò nel 1965 le prime edizioni dello ”strologo”, un particolare almanacco umoristico edito poi per ben 39 anni diventando il libro veneto natalizio per eccellenza. Padovani celebri: facciamo in modo di non dimenticarli e io ho pensato bene di dare un primo, piccolo contributo alla loro memoria.

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